Quando si effettua un bonifico, l’accuratezza dei dati forniti è cruciale per assicurare che i fondi raggiungano il destinatario previsto.
Errori nella digitazione dell’IBAN possono causare l’accredito dei soldi su un conto diverso da quello inteso.
La recente sentenza della Cassazione getta luce sulle responsabilità delle banche in questi casi. Andiamo a vedere insieme tutti i dettagli di questa vicenda.
Cosa succede quando una banca accredita un pagamento a un IBAN errato?
La questione della responsabilità emerge quando i fondi vengono trasferiti a un IBAN sbagliato per errore del cliente. Secondo la normativa vigente, se il beneficiario designato non è titolare del conto presso la banca destinataria, questa ultima può essere ritenuta responsabile nei suoi confronti. Per evitare tale responsabilità, la banca deve dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie per prevenire l’errore o facilitare l’identificazione del vero beneficiario.
Queste situazioni pongono anche questioni relative alla privacy e alla protezione dei dati personali. La divulgazione delle informazioni necessarie per correggere l’errore è permessa dalla legge quando serve a tutelare diritti legalmente riconosciuti come il diritto al corretto ricevimento dei pagamenti.
La Cassazione ha chiarito che esistono due scenari principali in cui valutare la responsabilità delle banche: se l’errore danneggia un cliente della stessa banca o se danneggia il beneficiario previsto che non ha ricevuto i fondi a causa dell’IBAN errato.
Nel primo caso, basta che la banca dimostri di aver seguito le procedure standard senza necessità di verifiche specifiche sull’IBAN. Nel secondo caso, invece, deve provare di aver agito con diligenza adeguata per evitare errori nell’individuazione del beneficiario o nel tentativo di rettifica dell’errore.
I prestatori di servizi devono essere particolarmente attenti nel gestire le operazioni dei clienti e nell’adottare misure preventive contro gli errori nell’inserimento degli IBAN. Anche senza effettuare controlli approfonditi sull’IBAN fornito dal cliente, se procedono conoscendo l’esistenza dell’errore rischiano comunque una condotta considerata dannosa verso gli interessati.
La sentenza n° 17415/2024 stabilisce chiaramente che in presenza di un errore nell’indicazione dell’IBAN da parte del cliente, spetta alla banca intermediaria dimostrare di aver fatto tutto il possibile per prevenire o correggere tale errore seguendo “la teoria del contatto sociale qualificato”. Questa teoria implica una responsabilità diretta della banca nei confronti sia del pagatore sia del beneficiario previsto ma non soddisfatto a causa dell’inserimento errato dell’IBAN.