In caso di morte dei propri genitori in molti si chiedono se si ereditano anche le cartelle esattoriali. Spunta tutta la verità: cosa succede.
Uno degli incubi più grandi degli italiani sono sicuramente le cartelle esattoriali. Queste non sono di certo piacevoli da ricevere, specialmente quando i diretti interessati non siamo noi, ma magari un nostro genitore. Le cartelle esattoriali, del resto, possono essere generate per vari tipi di “difetti” da parte del cittadino stesso verso le cifre dovute allo Stato. Nello specifico, la cartella esattoriale è conosciuta anche come cartella di pagamento ed è lo strumento utilizzato dalla Pubblica Amministrazione per informare il cittadino.
Questo evento avvisato dalla PA è l’iscrizione a ruolo, vale a dire far diventare un debito come titolo esecutivo. Il ruolo dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione è quello di rivolgersi in maniera coattiva, ovvero con obbligo nei confronti di tutti quei cittadini che non hanno pagato le tasse, la multa o un tributo. La Cartella Esattoriale quindi ha come obiettivo recuperare un debito nei confronti dello Stato o di un ente locale. Ma cosa succede quando un genitore muore? Arriva la risposta al triste scenario.
Cartelle esattoriali, cosa succede con quelle del genitore defunto: la precisazione
Quando un genitore muore, una delle preoccupazioni principali per gli eredi riguarda le responsabilità finanziarie, in particolare le cartelle esattoriali. Le cartelle esattoriali sono documenti ufficiali emessi dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione che richiedono il pagamento di debiti non saldati come tasse, tributi o multe. È importante comprendere come queste cartelle vengono gestite in caso di decesso e quale impatto hanno sugli eredi.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le cartelle esattoriali non sono automaticamente trasferite agli eredi. Le sanzioni penali e amministrative non ricadono sui figli, a meno che non siano co-obbligati, come nel caso di fideiussioni o garanzie simili. Tuttavia, i debiti tributari possono essere ereditati, ma ci sono modi per gestirli o evitarli. Se un debito tributario è trasferito agli eredi, esistono due principali strade per gestirlo:
- Istanza in Autotutela: gli eredi possono presentare una richiesta all’Agenzia delle Entrate-Riscossione per ridurre o cancellare le sanzioni. Questo processo, noto come istanza in autotutela, è un modo per contestare la legittimità o l’ammontare del debito.
- Impugnazione Giudiziari: se l’istanza in autotutela non produce i risultati desiderati, gli eredi possono rivolgersi al tribunale per impugnare la cartella esattoriale. Questo processo può essere costoso e lungo, e non garantisce un esito favorevole. È spesso consigliabile valutare attentamente questa opzione con l’assistenza di un legale esperto in diritto tributario.
Se il debito era stato rateizzato prima del decesso, gli eredi devono decidere se continuare con il piano di pagamento. L’impatto delle cartelle esattoriali sugli eredi dipende dalla situazione specifica del debito e dalle azioni intraprese dagli eredi. È essenziale agire rapidamente e con consapevolezza delle opzioni disponibili. Gli eredi dovrebbero raccogliere tutta la documentazione pertinente e, quando necessario, consultare un esperto legale o fiscale per apprendere le loro responsabilità.