La contraffazione di marchi e brevetti, come definito dall’articolo 473 del codice penale italiano, rappresenta una violazione legale.
Questo implica che chiunque imiti o riproduca un marchio noto, apponendolo su un prodotto per venderlo come se fosse originale, rischia la reclusione. Anche la semplice alterazione del marchio, ovvero l’introduzione di piccole variazioni sul modello originale, è considerata reato.
È importante sottolineare che affinché si configuri il reato di contraffazione o alterazione è necessario che il soggetto agisca con piena conoscenza della natura illecita della sua azione.
Vendita merce contraffatta: è reato?
La vendita di merce contraffatta non solo costituisce una violazione dei diritti di proprietà intellettuale, ma rappresenta anche un’infrazione penale ai sensi dell’articolo 474 del codice penale. Chi detiene per la vendita, pone in vendita o distribuisce prodotti falsificati al fine di trarne profitto può essere condannato a pene detentive fino a due anni e multe fino a 20mila euro. In Italia quindi sia i falsificatori sia i venditori ambulanti che espongono merci contraffatte durante eventi pubblici sono soggetti a sanzioni legali.
L’acquisto di prodotti contraffatti solleva questioni legali anche per il consumatore. Sebbene possa sembrare meno grave rispetto alla produzione e alla vendita di tali articoli, acquistare mercanzie false può comportare implicazioni legali significative. La ricettazione (art. 648 cod. pen.) descrive il reato commesso da chi acquista beni sapendo che provengono da un atto criminoso.
Secondo recenti interpretazioni della Corte di Cassazione, non si configura ricettazione quando il bene acquistato viene destinato a uso personale senza scopo di lucro ulteriore. Ciò significa che l’acquisto occasionale e non sistematico di mercanzie false destinate all’utilizzo personale sfugge alle maglie della legge sulla ricettazione.
Mentre la produzione e la distribuzione su larga scala di mercanzie contraffatte rimangono attività severamente punite dalla legge italiana, gli acquirenti occasionali possono evitare conseguenze legali se dimostrano che l’intento era puramente personale e privo di qualsiasi finalità commerciale ulteriore.