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Pensioni, aggiornamento importante: adesso c’è solo questo modo per evitare la ‘stangata’

C’è un aggiornamento importante per quanto riguarda le pensioni: devi fare questo per evitare la stangata. Fai molta attenzione.

La nuova Legge di Bilancio è stata molto dura verso i pensionati e in particolar modo con quelli che hanno richiesto la Quota 103. Il nuovo sistema di calcolo prevede l’uscita anticipata a 62 anni di età con 41 anni di contributi, altrimenti si rischia di perdere una parte dell’assegno totale. Purtroppo però questa proposta non è andata a genio a molti italiani. Per questo motivo trovare un’alternativa è molto importante.

Pensioni: attento a questo aggiornamento – (Foto Canva) – Giustiziabrescia.it

Ma conviene rinunciare alla Quota 103 nel 2024? Di base sappiamo che l’importo attuale è stato ridotto. Inoltre, è prevista una soglia limite pari a 4 volte l’importo del trattamento minimo: si parla niente meno che di 2.459 euro. La pensione è pagata sino a questa cifra prima dei 67 anni, poi può diventare “libera” e di conseguenza cambia. Però c’è un’opzione per evitare la stangata prima che sia troppo tardi.

Stangata delle pensioni, puoi risolvere la situazione così: segui il metodo

I lavoratori dipendenti, che siano pubblici o privati, hanno un privilegio: possono chiedere al proprio datore di lavoro l’attivazione di un bonus. Si chiama “bonus Maroni” ed è un incentivo piuttosto importante perché prevede di posticipare la pensione in cambio di un bonus in busta paga. Il sussidio è riconosciuto soltanto ai lavoratori dipendenti che maturano determinati requisiti, cioè quelli che vanno in pensione con Quota 103 entro la fine dell’anno corrente.

Scopri come evitare la stangata sulle pensioni – (Foto Canva) – Giustiziabrescia.it

Il funzionamento di questo bonus è molto semplice. Lo Stato invia i contributi obbligatori a carico del lavoratore, come anche quelli dovuto all’INPS, direttamente in busta paga. Questo “sgravio contributivo” si trasforma in automatico in retribuzione e la percentuale in questione è del 9,19%. Coloro che maturano i requisiti per richiedere la Quota 103, quindi, potranno rinunciare all’accredito per restare a lavoro se lo desiderano.

L’unico svantaggio è legato a una pensione futura meno ricca. Bisogna considerare pure la maggiore imposizione fiscale che si può riscontrare. Se si aumenta il reddito del lavoratore per il bonus, il prelievo Irpef cambia perché si guadagna di più. Seppur la busta paga sia più alta del previsto, c’è il rischio che una grossa parte venga trattenuta. Quindi bisogna valutare i pro e i contro di questa scelta prima di procedere. Può essere però una buona alternativa se si hanno tutte le carte in regola per richiederla.

Sebastiano Spinelli

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